Da quasi 20 anni volto televisivo, Enzo Miccio è sbarcato su Italia1 nel corso dell’ultima puntata de Le Iene, ieri sera, con un potente monologo sull’omofobia, anche interiorizzata, perché dettata dal timore del giudizio altrui, raccontando la propria esperienza personale con il coming out.
“Ho lasciato il mio Paese appena ho compiuto 18 anni, quasi scappando. Lasciandomi alle spalle, gli amici, gli affetti, rinunciando a crescere con i miei fratelli e con la mia famiglia“, ha ricordato Miccio. “L’ho fatto perché in tanti mi hanno fatto sentire diverso. Sbagliato. E non ho trovato la forza di parlarne con nessuno, se non con qualche amica che fu capace di ascoltarmi senza giudicare“.
Miccio, classe 1971, è nato a San Giuseppe Vesuviano, vicino Napoli. “L’adolescenza è sempre un momento delicato della vita, e lo è ancor di più quando scopri di avere un’identità sessuale diversa“, ha proseguito il conduttore di RealTime. “Diversa da quella che gli altri si aspettano da te, da quella che piace a loro, perché le persone sono troppo spesso spaventate o semplicemente troppo impreparate per aiutarti a gestire le tue emozioni. Nella mia famiglia la regola è sempre stata la stessa. Essere bravi e responsabili senza mai portare a casa un problema. E ciò che pensavo era che il disagio che stavo vivendo potesse essere un problema, o un peso. Pensavo che per i miei genitori avere un figlio gay potesse essere un dispiacere. Ma per fortuna non lo è mai stato. Sbagliando ho taciuto, provando a tirare dritto, almeno fino a quando sono riuscito a farcela. Oggi sono fiero della persona che sono diventato, ma voglio darti un consiglio. Non fare come me, non scappare, non avere timore di chiedere aiuto. Chiunque tu sia sappi che non sei sbagliato, educa te stesso, accettati, e ti sentirai più forte nell’affrontare la discriminazione. Sii fiero di te, sempre, perché sei unico e autentico“.
Nel 2020, dopo aver vinto una puntata di Pechino Express, Enzo Miccio dedicò quel trionfo al compagno Laurent, di cui si sa poco o niente, in quanto persona ‘schiva e difficile da prendere’.
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Andare fiero di me stesso mi arricchirà, economicamente parlando? Mi renderà più agile nello schivare cazzotti? Poi, certo, fiero di me stesso sempre. Ma è davvero indispensabile mettere al corrente anche gli altri?