Cinque romanzi da poco in libreria da leggere. Cinque voci da scoprire o riscoprire. Cinque storie in cui immergersi per riflettere sui corpi nel futuro e sui legami nel presente, su Internet e la morte, su Madrid e Milano, sul Pakistan e Pavia.
1) I figli sono finiti, Walter Siti, Rizzoli
Un gioco del destino e tutto cambia: Augusto e Astore si trovano a vivere sullo stesso pianerottolo. Il primo è un uomo di settant’anni, vedovo da poco – suo marito è morto in un incidente stradale –, cerca conforto in una casa nuova, in una vita nuova, al fianco degli amici di sempre. Il secondo, invece, ha vent’anni, un fisico asciutto e una memoria molto svelta. Anche lui è reduce di un lutto – la mamma – catalizzatore di un amore che continua a sentire e che non sa più dove posare. Astore e Augusto amano, ma non sanno cosa farsene del loro amore. Per questo, si chiudono nelle rispettive case, cercano risposte, cercano qualcosa. Astore, dopo un passato da gamer e influencer, abbandona la vita sul web e intraprende una lunga ricerca nei territori del post-umano. Il motore della storia è il loro incontro. Walter Siti – maestro – ha fatto centro ancora.
L’anno scorso, in occasione del Salone Internazionale del Libro, abbiamo intervistato l’autore.
2) Hjira, Saif ur Rehman Raja, Fandango
Hjira è una parola pakistana che indica, spesso in termini dispregiativi, il terzo sesso. Hjira è né maschio né femmina, né una cosa né l’altra. Hjira è il peccato, l’indicibile e il proibito. Lo racconta bene Saif ur Rehman Raja, scrittore nato e cresciuto tra il Pakistan e l’Europa – ora vive a Bologna – in un romanzo che è stato candidato al Calvino e fotografa cosa significa vivere in bilico tra due culture, incastrati tra un pregiudizio e l’altro. Figli del mondo, eppure disconosciuti da tutti.
Lorenzo Ottanelli ha intervistato l’autore per Gay.it.
3) La cattiva abitudine, Alana S. Portero, Mondadori
Un romanzo ambientato in un quartiere periferico di Madrid, che ricorda le migliori pellicole di Pedro Almódovar e gli universi abitati dai caratteristi di Ozpetek. La protagonista è una ragazza trans alle prese con un mondo in cui non si sente rispecchiata e rispettata. Una ragazza in lotta con gli interrogativi e gli sguardi obliqui, con sé stessa e il posto in cui è nata. La cattiva abitudine è un romanzo durissimo eppure pieno di speranza, che narra quanto può essere importante un incontro. Un incontro giusto vale come la vita intera, come una faccia nuova.
4) Generations of Love – Extensions, Matteo B. Bianchi, Fandango
Torna in libreria, in una versione estesa e aggiornata, a venticinque anni dalla sua prima pubblicazione, Generations of Love, il romanzo di formazione, ormai diventato cult, di Matteo B. Bianchi. Smaccatamente pop e televisiva, la storia racconta la presa di coscienza di un giovane uomo di provincia, che cresce ascoltando i The Smiths e imbabolandosi davanti al volto infiammato di una Wanna Marchi furente e rubina, che imbonisce l’Italia intera.Un giovane, come tanti, diventato uomo (e gay!) nel pieno degli anni Novanta.
5) Le case dell’anima, Giosué Boetto Cohen, Minerva
Da qualche giorno è disponibile un romanzo avvolgente, La casa dell’anima del giornalista Giosué Boetto Cohen, che racconta cos’è una casa, cosa può essere, che valore può avere per la nostra identità e la nostra libertà. Un romanzo di bivi e di interrogativi: cosa vuol dire lasciare la città – Milano, la Porta Venezia queer – per trasferirsi nell’Oltrepo Pavese? Cosa significa dismettere gli abiti di una famiglia sgangherata per provare a costruirne una nuova, una famiglia tutta per sé. Libera, arcobaleno, possibilmente felice. Qualsiasi cosa voglia dire.
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