Regno Unito, nuova legge obbligerebbe le detenute trans* a scontare la loro pena nelle carceri maschili

Dominic Raab, Vice primo ministro e Segretario di Stato per la giustizia, è l’ideatore di una riforma che trasuda transfobia.

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Una riforma della giustizia, se approvata dal Parlamento del Regno Unito, potrebbe cambiare le sorti delle donne transgender detenute nelle carceri inglesi. La questione relativa alle persone detenute transgender e di come le politiche giudiziarie vadano migliorate sulla loro gestione sono un tema caldo tanto in Europa quanto negli Stati Uniti, con i conservatori che da anni lanciano l’allarme su come le detenute trans* potrebbero a loro dire trasformarsi in  “predatori sessuali”, se rinchiuse in carceri femminili.

Ieri il The Mail on Sunday ha riportato una notizia secondo cui, stando alle indiscrezioni di alcune fonti interne, il Vice primo ministro e Segretario di Stato per la giustizia Dominc Raab starebbe sviluppando una riforma giudiziaria per vietare la detenzione delle donne transgender nelle carceri femminili.

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Dominc Raab, Vice primo ministro e Segretario di Stato per la giustizia

Da parecchi anni la questione si aggira nei corridoi dei legislatori, da quando nel 2018 Karen White, una donna trans* detenuta nel carcere di Wakefield, ha aggredito sessualmente le sue compagne di cella. Da allora i media e la politica più conservatrice la usano come riprova per costringere le persone transgender a scontare la loro pena nelle carceri del sesso assegnato loro alla nascita.

Non che la cosa, comunque, sia troppo lontana dalla realtà. Nonostante nel 2021 l’Alta Corte britannica abbia affermato che le donne trans* dovrebbero essere rinchiuse nelle carceri femminili e l’anno prima sia stata avviata una revisione giudiziaria per verificare se la politica del Ministero della Giustizia nei confronti delle detenute transgender fosse discriminatoria nei confronti delle donne cis, un rapporto dello scorso anno mostrava come, delle 146 donne trans* detenute tra Inghilterra e Galles, solo tre fossero effettivamente in carceri femminili. Tutte le altre sarebbero invece costrette a rimanere in strutture maschili.

 

La riforma pensata da Dominc Raab farebbe un ulteriore passo avanti: la distinzione tra detenuti trans* sarà basata sui genitali. Un portavoce del Ministero della Giustizia ha dichiarato in una nota ufficiale: «Dopo aver esaminato le disposizioni, il Segretario alla giustizia ha diretto i cambiamenti in modo che le prigioniere transgender con genitali maschili non siano ospitate con altre donne nate biologicamente in carceri femminili, a meno che non siano state specificamente autorizzati da un ministro»

In un modo o nell’altro, la questione torna sempre a uomini di politica che non vogliono accettare il fatto di considerare una persona di un genere o di un altro per come questa si identifica, andando quindi oltre al mero fattore biologico. Dovremmo ormai esserci stancati di ripeterlo, ma nascere con genitali maschili o femminili non implica automaticamente l’essere uomo o donna. Non per tuttə.

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La questione dei detenuti transgender è combattuta anche dai gruppi anti-LGBT e TERF

Il disagio causato da una simile decisione sarebbe immenso e renderebbe l’esperienza della prigione, già di per sé traumatica, ancora peggiore per tutte quelle donne trans* costrette ad essere detenute in strutture maschili. Ma non solo. Stando alle indiscrezioni, la nuova legge prevederebbe anche la possibilità di prelevare le detenute transgender già ospitate in strutture femminili per spostarle in quelle maschili

La proposta di riforma verrà presentata a settembre e si conforma già come un vero e proprio attacco alla comunità LGBTQ+ e transgender. Il Segretario di Stato Dominc Raab non ha ancora commentato personalmente la vicenda.

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