Più che una vittoria, un trionfo. Donald Trump ha fatto suo il caucus del Partito Repubblicano in Iowa con una valanga di voti, ovvero il 51% del totale. Lontanissimi i suoi sfidanti. Ron DeSantis ha battuto Nikki Haley, ex ambasciatrice e governatrice della Carolina del Sud tra il 2011 e il 2017, nella battaglia per il secondo posto. Il controverso governatore della Florida ha ottenuto il 21% dei consensi contro il 19% di Haley. Dopo essere arrivato quarto, con non più dell’8%, l’imprenditore tecnologico Vivek Ramaswamy si è già ritirato dalla corsa, ammettendo che “non c’era alcuna possibilità” per lui di diventare il prossimo presidente. Ora potrebbe sostenere la campagna di Trump, sognando di ricandidarsi nel 2028.
Trump ha definito la sua vittoria “molto speciale”, sostenendo che da presidente bis riuscirebbe a “risolvere i problemi del mondo”. Storicamente, i candidati repubblicani alle presidenziali hanno guardato al caucus dell’Iowa per lanciare le proprie campagne elettorale verso nuovi step. Ma la vittoria in Iowa non si traduce sempre in un trionfo finale. I repubblicani dell’Iowa scelsero Mike Huckabee nel 2008, Rick Santorum nel 2012 e Ted Cruz nel 2016. Nessuno dei tre riuscì poi ad aggiudicarsi la nomination del partito. Tuttavia, la vittoria di Trump, che ha così conquistato i primi 20 delegati, viene da molti definita come “definitiva”. Lo stesso Joe Biden, che sconfisse il tycoon 4 anni or sono, l’ha già ribattezzato come il suo sfidante, in modo da ricompattare l’elettorato democratico contro lo spauracchio Trump.
Ma basterà per evitare la clamorosa elezione presidenziale di un’ex presidente pluri-condannato e indagato? La convention nazionale repubblicana si terrà dal 15 al 18 luglio 2024 a Milwaukee, Wisconsin. Tra pochi giorni si terranno le primarie di New Hampshire, il 23 gennaio, fino ad arrivare al mitico Super Tuesday del 5 marzo, quando si terranno le primarie e i caucus di ben 16 Stati. Se le primarie sono elezioni statali, i caucus sono invece incontri politici gestiti dal partito, come parte del processo di nomina presidenziale. Entrambi assegnano i delegati in base alla percentuale di voti ricevuti dai candidati. Al congresso nazionale il candidato con il maggior numero di delegati diventa il candidato ufficiale alla Casa Bianca.
Haley, che è stata nominata ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite proprio da Trump, insegue il suo ex capo nel New Hampshire, così come a livello nazionale. Secondo i dati di FiveThirtyEight, Trump è attualmente al 43% tra i probabili elettori delle primarie nel New Hampshire, mentre Haley è al 30%. DeSantis, controverso governatore della Florida, è invece molto indietro, con un sondaggio pari solo al 6%. La campagna di Haley si sta già preparando per affrontare Trump nel Granite State. Betsy Ankney, responsabile della campagna di Nikki Haley. ritiene addirittura che “il campo dei candidati sia effettivamente sceso a due”, con DeSantis tagliato fuori. Ma Ron non molla e sta continuando a raccogliere fondi per la campagna in Carolina del Sud, dove sondaggi alla mano avrebbe il 12% dei consensi, con Trump al 55% e Haley al 35%.
I risultati in Iowa hanno ribadito quanto i repubblicani restino devoti a Trump, pronto a vivere la sua terza candidatura consecutiva alla Casa Bianca. La più difficile e improbabile, almeno sulla carta, visto e considerato che nei prossimi mesi il Tycoon dovrà affrontare 91 accuse in numerosi casi penali. Il 4 marzo dovrebbe iniziare il processo federale ai suoi danni per aver provato a ribaltare il voto del 2020, aizzando la folla nell’assalto a Capitol Hill. Ma la base del suo elettorale, fedele allo slogan Make American Great Again (MAGA), non l’ha abbandonato. Secondo un sondaggio dell’Associated Press, tra i probabili elettori repubblicani dell’Iowa il 65% ha confessato che voterebbe Trump anche dinanzi ad una potenziale condanna penale. Solo il 31% ritiene che non sarebbe idoneo a diventare presidente, se condannato. Circa il 46% dei 1.628 repubblicani dell’Iowa intervistati si considerano infatti parte del movimento MAGA. Adepti, più che elettori, con la politica omobitransfobica tanto cara a Trump a diventare tema centrale della sua campagna elettorale. Ad oggi, per quanto possa apparire incredibile, un’eventuale sfida Trump vs. Biden sarebbe ancora una volta sul dilo di lana, con l’ex presidente in grande rimonta.
“Donald Trump è il candidato repubblicano ufficiale per il 2024 e noi dobbiamo fare qualsiasi cosa per sconfiggerlo”. “Non possiamo correre il rischio che Trump, o qualunque altro estremista Maga, sia di nuovo alla guida della nostra democrazia”, ha sentenziato Joe Biden. Ma sarà davvero così?
Fonte: PinkNews
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